08 febbraio 2009



"VUOI PURE QUESTE? BETTINO VUOI PURE QUESTE?"

Ve lo ricordate, vero? Sono passati poco più di quindici anni.

Quanti di noi vedevano, in quelle monetine tirate, in quelle millelire sventolate, in quella fuga dall'hotel Raphael degna di un brigante, la speranza di un'Italia migliore?

Sognavamo, vedendo Craxi filarsela ad Hammamet travolto dall'ignominia collettiva, un Paese più pulito, più etico, più normale.

Poi, un pezzetto alla volta, sono cominciati a sbucare quei cartelloni, dapprima criptici, poi sempre più chiari. Dicevano "Forza Italia". Non si trattava di calcio. A meno che non si interpreti come calcio la famigerata "discesa in campo" del Nuovo Duce.

E il sogno non ci mise molto a diventare incubo.

E quest'incubo, che a fasi alterne ci toglie il sonno da quindici anni, ora è ad un passo dal diventare permanente. Senza un'alba che ce ne tiri fuori. Il sonno eterno della Repubblica. La notte senza risveglio della democrazia italiana.

Cos'è successo, in questi quindici anni, all'Italia, agli italiani? Cosa impedisce che le strade, le piazze, trabocchino di cittadini indignati, incazzati, indisponibili ad accettare un solo giorno in più, una sola parola in più di quest'uomo laido ed infame che brama, ormai apertamente, il potere assoluto sul Paese?

Che cazzo di popolo siamo diventati?

Domani, lunedì 9, alle ore 18 davanti al Senato. Ci sarà l'Associazione Luca Coscioni, ci saranno altri movimenti, ci saranno Verdi, Radicali e credo qualche altro partito o corrente a sinistra del pavido PD. Poco importa se questi soggetti politici vi rappresentano più o meno. Davanti al Senato ci sarà e ci dovrà essere l'Italia che resiste, che rifiuta, che non ne può più e che vuole gridarlo forte finché siamo ancora in tempo.

Ditelo a tutti. Chiamate i compagni, gli amici, i fratelli, chiunque ancora non sia caduto vittima del lavaggio cerebrale compiuto dai media di questa Nana Repubblica.

Fuori le palle. Fuori le palle ADESSO, perché domani potrebbero già avercele tagliate. Fuori le palle, senza paura, con la testa alta del giusto e la voce alta dell'indignato.

Come nel '93 con Craxi.

Come nel '44 coi nazifascisti.

Portate le monetine. La democrazia li vale, un po' di spiccioli.

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