[via EmmanuelNegro]
Dunque Berlusconi andrà a celebrare il “suo” 25 Aprile a Onna, il paese abruzzese più duramente colpito dal terremoto; scelta giustificata da una strage nazista che costò la vita a 17 abitanti del paese. 17 civili italiani morti come migliaia di altri in centinaia di altri paesi d’Italia. Eh, ma a Onna c’è stato il terremoto, vuoi mettere?
Eccolo in azione, il premier taumaturgo, il monatto dell’emergenza. Implacabilmente, indifferentemente indecoroso come nessun altro sa essere - e questa è la sua maggior dote. Senza ritegno, anche nella tragedia non vede altro che un’occasione, un’opportunità da afferrare: il modo perfetto per svuotare del suo significato quella Resistenza che tanto gli sta da sempre, malcelatamente, sul gozzo. Fare ombra alla Liberazione, all’antifascismo, alle radici stesse della Repubblica e della democrazia italiana, appellandosi al pietismo, alla commozione, al patetico. Quest’anno i mass media non parleranno della lotta di un popolo contro la dittatura fascista: parleranno, ancora, di lui. Di com’è presente, di com’è sensibile, di come è necessario lasciarlo lavorare. Lo mostreranno mentre abbraccia sopravvissute ottuagenarie, mentre bacia bambini, mentre promette aiuti, mentre stringe la mano ai soccorritori. Come in un cinegiornale dell’Istituto Luce. E la gran massa imbesuita, in poltrona davanti al quarantaduepollicielleciddì, muoverà, grave, su e giù la testa. Da applausi. Un colpo da maestro, Cavaliere.
Ora però ditemi: se a Santoro hanno dato dello sciacallo, questo premier che usa dei poveri cristi morti tra macerie ancora fumanti come arma di rimozione storica di massa, come vogliamo chiamarlo? “Sciacallo” non va bene? Forse è meglio “iena ridens”? Perché lui gozzoviglia sulle carogne, ma poi sdrammatizza con una battuta, eh.
1 commento:
Più cha altro, lo vedo un perfetto discepolo della scuola democristiana.
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