MILANO - Succede tutto in un’ora. Alle 9 il giornalino scolastico arriva nelle classi, gomitate e sguardi divertiti tra i ragazzi. Anche la preside lo sfoglia. E non ride. Lo fa ritirare. Immediatamente. Poi, poco prima delle 10, lo riconsegna agli studenti con la prima pagina strappata. Quella che sull’«Urlo», testata del liceo classico Beccaria, raffigurava Papa Benedetto XVI con un preservativo in testa. E la scritta: «Finalmente ho capito a cosa serve». Il Papa sulla copertina di un giornalino scolastico. «Offeso, sbeffeggiato», come dicono alcuni liceali. O «giustamente criticato per le sue idee sui Aids e contraccezione», contestano altri. L’episodio risale a ieri, ultimo giorno di lezioni prima delle vacanze di Pasqua. Aria di festa, in via Linneo, finestre aperte e voglia di uscire. Allo scoccare della seconda ora, la redazione dell’«Urlo» consegna la sua ultima pubblicazione, raccoglie commenti e osservazioni. Ma nel giro di qualche minuto arriva il contrordine: «La preside ci ha censurato». [...]Come italiano ormai dovrei essermi abituato al fatto che l'Articolo 21 della Costituzione sia usato sistematicamente come carta da culo da fascisti e fascistoidi d'ogni ordine e grado (tra i quali i clericali spiccano sempre), eppure quando la repressione del libero pensiero avviene proprio in una scuola, dove il pensiero dovrebbe essere coltivato e non calpestato, mi incazzo ancora come se fosse la prima volta.
Questo blog, che notoriamente non perde un'occasione per cagare in testa all'idiozia clericale che impesta l'Italia, spera vivamente di poter al più presto reperire e pubblicare la vignetta censurata; nel frattempo offre tutta la sua solidarietà ai ragazzi dell'Urlo e, giusto per cominciare a compensare un po', dedica (in collaborazione con EmmanuelNegro) a questa vergognosa vicenda due vignette originali ad hoc.
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