Il PD (rotfl, come no) o qualunque altra realtà politica che oggi in Italia voglia osare definirsi “di sinistra” o anche solo di centrosinistra o roba simile, ha il preciso dovere di sporcarsi le mani con tante cose (istruzione, fine vita, diritti delle coppie di fatto sia etero che omosessuali, riforma del sistema elettorale, difesa dello stato laico, solo per citarne alcune); ma prima di tutto, a mio modesto parere, è inderogabile e non negoziabile una posizione:
l’abolizione, senza se e senza ma, della legge 30 (o “Legge Biagi” se preferite) e del suo attuativo (il decreto legge 276/2003 e successive modifiche); e l’annessa abolizione - anzi, diciamolo meglio: il divieto esplicito - del lavoro interinale. Inoltre, limiti severissimi all’uso dei contratti a tempo determinato nelle loro variamente abusive forme e degli infami contratti a progetto (che già erano merda quando li chiamavano co.co.co, ora che li chiamano co.pro. la merda è in mostra fin dal nome).
Qualunque partito non si assuma un preciso impegno in questo senso, può scordarsi a priori il mio voto da qui fino ala tomba. Nessuno si degna? Ok, allora poi non si stupiscano se prendono il 3% perché gli italiani di sinistra, invece di votarli, cominciano a tirare le molotov. Anche a loro, eventualmente.
Poi parliamo di tutto il resto, e ce n’è in abbondanza. Ma da qualche parte, da un fottuto punto fermo concreto, centrale e reale, che cazzo, bisogna pur cominciare.
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